ALLARME
ANTIBIOTICO-RESISTENZA
A cura della Dott.ssa Salvina Puglisi (Specialista in Malattie Respiratorie)
La prima metà del XX secolo ha segnato uno dei momenti più importanti
della storia della medicina; l’intuizione di Fleming e le successive scoperte hanno
completamente rivoluzionato il trattamento delle infezioni batteriche riducendo
significativamente la mortalità e modificando la qualità di vita. Accanto
tuttavia l’entusiasmo per le scoperte ben presto si è fatta strada l’evidenza
di una parziale insensibilità alle molecole detta antibiotico-resistenza ovvero
la capacità di patogeno di resistere a un farmaco antimicrobico. In particolare si
conoscono due tipi di resistenza, una naturale, propria di alcuni patogeni
quali i micoplasmi, e una acquisita, di gran lunga più rappresentata
soprattutto oggi, determinata dal contatto continuo del patogeno con la
molecola antibiotica.
Il batterio sviluppa resistenza obbedendo a leggi naturali di selezione della
specie, pertanto la sopravvivenza è garantita da quei germi che, pur in
condizioni svantaggiose, sviluppano una particolare forza di replicazione.
Ogni anno in Europa muoiono 33mila persone a causa dell’inefficacia
degli antimicrobici contro le infezioni batteriche e oltre 10mila, più di un terzo, sono italiani. L'ultimo rapporto di
sorveglianza Ar-ISS in Italia (quinquennio 2012-2016) ha documentato un notevole
incremento delle resistenze che si fa particolarmente critico soprattutto per
patogeni, come i Gram-negativi, su cui il numero delle molecole efficaci è
decisamente minore. Il caso di Klebsiella P., ad esempio, è emblematico: la resistenza
ai carbapenemi in Italia risulta essere di gran lunga superiore alla media
standard europea (30% contro il 6,5%). I numeri sono davvero scoraggianti; le
indagini condotte dall'AIFA, in
un recente
rapporto relativo all’anno 2017, documentano un consumo maggiore di antibiotici
soprattutto nelle fasce d'età estreme (sotto i 4 e sopra i 75 aa) e nelle
regioni del sud Italia e isole sebbene nelle stese aree geografiche le
strategie di controllo attuate abbiano già prodotto i primi risultati positivi.
La maggiore divergenza in termini percentuali di antibioico-resistenza fra la
nostra nazione e il resto d’Europa riguarda in particolare i fluorchinoloni, classe antibiotica di grande
rilevanza terapeutica ma anche a frequente rischio di eventi indesiderati soprattutto
in età geriatrica, e macrolidi, farmaci di ampio consumo
territoriale anche in pediatria. Rimane allineato invece il consumo ospedaliero
secondo lo standard europeo. In età pediatrica
inoltre risulta sovradimensionato il consumo di amoxicillina/clavulanato a
sfavore della molecola singola amoxicillina che, come da linee-guida, pur
avendo uno spettro d’azione selettivo, potrebbe essere utilizzata nelle frequenti
faringotonsilliti streptococciche in cui risulta antibiotico di prima scelta.
Infine ulteriore causa di antibiotico resistenza è l’utilizzo
di basse dosi di antibiotici negli allevamenti massivi di animali al fine di
evitare la diffusione di malattie; ciò naturalmente favorisce lo sviluppo di patogeni
resistenti in ambiente intestinale che, se non debellati da un adeguato
trattamento e cottura delle carni, vengono facilmente trasferiti all’uomo.
In questo scenario assai poco confortante l’avanzata dei
cosiddetti SUPERBATTERI potrebbe avere un impatto devastante sulla mortalità; è
stimato che nel 2050 il fenomeno dell’antibiotico-resistenza sarà la prima
causa di morte. La messa a punto di nuove molecole è ancora lontana pertanto
occorre agire rapidamente e più diffusamente sul territorio, sensibilizzare e
informare la popolazione, scoraggiare l’automedicazione e adottare strategie
più severe di appropriatezza terapeutica. Divulgare alcune regole apparentemente
banali ma efficaci potrebbe essere uno dei punti di partenza per ridurre il
fenomeno resistenza:
- tempi e modi di assunzione sono
fondamentali: mai sospendere prima la terapia antibiotica e mai ridurne le dosi,
a meno di consiglio medico
- mai cambiare molecola se non
dietro segnalazione medica: lo spettro d’azione è differente per le diverse
classi di antibiotici
- gli antibiotici vanno usati solo
per le infezioni batteriche, pertanto la prescrizione deve essere esclusivamente
a carico del medico